Smart TV 4K: tutto quello che devi sapere per l'acquisto
I televisori in vendita in Italia devono rispettare per legge lo standard minimo di ricezione DVB-T2 (nuovo digitale terrestre) e codec HEVC (smart TV 4k). Entro il 2022, i recenti sviluppi tecnologici impongono nuovi standard sia di trasmissione per le emittenti che di ricezione che prevedono il 4K ultra HD. Ma cosa significa 4K e come scegliere un televisore in vista dei cambiamenti futuri?
Lo standard per le nuove TV
La tecnologia è in rapido mutamento e il rischio di acquistare un televisore già “obsoleto” nonostante gli alti livelli di performance è più che possibile, soprattutto per gli acquisti online dove bisogna fare molta attenzione nel leggere tutte le caratteristiche. Un aspetto importante da considerare nella scelta di una smart TV 4k è il formato video e il tuner o ricevitore che per la legge italiana deve essere un DVB-T2. Una smart TV 4k significa che ha uno schermo in grado di contenere 4 volte il numero di pixel di uno schermo Full HD (per esempio: 8 milioni contro 2). Questa risoluzione altissima si traduce in immagini più nitide, dettagli più definiti, maggiore fedeltà dei colori, oltre a una serie di ulteriori miglioramenti tecnologici per la riproduzione video. La smart TV 4k e l’ultra HD (Ultra High Definition) non devono però essere confusi: un televisore Ultra HD tramette immagini composte da 3.840 X 2.160 pixel ed è a sua volta un formato che deriva dal 4K impiegato già nelle sale cinematografiche (4906 X 2016 pixel, ovvero più pixel sul lato lungo dello schermo). L’ultra HD e il 4K non sono uno standard, ma un sistema, vale a dire che le TV compatibili non solo hanno una risoluzione quadrupla rispetto al Full HD, ma devono riprodurre video in gamma dinamica ed estesa (HDR), ad alto frame rate e spazio colore esteso o WCG (wide colour gamut).
Il formato 4K non preclude la visualizzazione di un programma trasmesso in Full HD, anzi, non si vedrà “sgranato” perché la smart TV 4k ha un sistema software in grado di “interpolare” ossia aggiungere i pixel mancanti in modo tale da adattare una trasmissione a 2 milioni di pixel riempendo uno schermo da 8 milioni: si tratta di pixel aggiunti che non migliorano il livello di dettaglio, ma preservano quello originale. Al contrario, un programma tramesso in 4K e visualizzato su uno schermo full HD si vedrà comunque molto meglio rispetto all’originale.
Relativamente all’HDR – High Dynamic Range o gamma dinamica estesa – è una tecnologia mutuata dalla fotografia digitale e serve per la riproduzione più fedele delle immagini, in cui i neri sono più neri e i bianchi più luminosi e la gamma intermedia non viene né annichilita dal nero né “bruciata2”dal bianco: ciò è possibile perché si passa dai 16,7 milioni di sfumature di colore della attuali TV a 8 bit a 1 miliardo di sfumature di colore delle TV HDR a 10 bit. Il “dettaglio” dell’HDR è molto importante per due motivi:
- Non tutte le smart TV 4k possiedono anche l’HDR;
- In vista di un acquisto bisogna optare per l’HRD 10 bit, perché è lo standard necessario per il nuovo digitale terrestre, per cui pur avendo un smart TV 4k HDR a 8 bit non vi è compatibilità con gli standard di trasmissione futuri e lo schermo comparirà nero.
L’HDR10 è stato codificato dal consorzio Ultra HD Alliance che ha definito le norme tecnologiche di trasmissione in 4K e alle quali le emittenti TV devono adattarsi entro il 2030 per poter trasmettere. Un ulteriore upgrade e nuovo standard HDR è l’Hybrid log Gamma o HLG che estremizza i termini di fedeltà della riproduzione delle immagini, ma la cui compatibilità è ancora a discrezione dei produttori. Allo stato attuale in Italia, solo Netflix trasmette i suoi programmi streaming in HDR.
La nota dolente è che non tutti i smart TV 4k in vendita sono compatibili con il nuovo digitale terrestre il cui switch è previsto a partire dal 2022 e si concluderà entro il 2030: non è da escludere che l’acquisto di un smart TV 4k oggi debba prevedere un decoder esterno per la visione o un aggiornamento del firmware che non è sempre disponibile da parte dei produttori.
Smart TV 4k: il televisore del futuro e le trasmissioni via etere
La legge italiana vieta la vendita e la produzione di televisori senza tuner DVB-T2 e codec HEVC, ma in futuro le trasmissioni avverranno via satellite e via web e sbagliare la scelta oggi potrebbe comportare l’acquisto di un televisore inservibile nel giro di pochi anni, considerando che un televisore di ultima generazione arriva a costare anche fino a 4.000 €.
La normativa che impone ai produttori lo standard di ricezione DVB-T2/HEVC riguarda solo gli apparecchi televisivi, mentre le emittenti potranno continuare a trasmettere nel formato digitale attuale DVB-T/mpeg4 fino al 2030. Il periodo di switch è graduale rispetto al primo passaggio epocale dall’analogico al digitale. I motivi del cambiamento nel mondo delle trasmissioni video sono radicati nel fatto che la banda a 700 MHz utilizzata per l’attuale digitale terrestre dovrà essere liberalizzata e ridistribuita – secondo le norme europee – agli operatori di telefonia, pertanto la banda di trasmissione disponibile per le emittenti TV sarà ridotta e richiederà una compensazione con sistemi di trasmissione più moderni, efficaci e accattivanti. Lo sforzo di miglioramento infrastrutturale è richiesto sia alle emittenti che ai produttori di apparecchi riceventi.