Dopo aver pubblicato un approfondimento su come fare per accedere all'area clienti TIM, oggi cambiamo tema di discussione. Le case degli italiani sono connesse grazie all’utilizzo dell’ADSL. Nonostante si siano fatte largo la fibra misto rame e la Fibra ILC, tra le tecnologie più usate resta l’ADSL, motivo per cui quasi tutti i principali provider di servizi dedicati all’Internet riservano sempre delle offerte speciali. Ecco perché è bene consultare offerte internet casa sul sito adsl-it.
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- Un tuffo nel passato
- Dal modem 56K all’ADSL
- ADSL, come funziona?
- L'Agenda della legge sulla banda larga nel Governo Monti di qualche anno fa
- Quando nasce la connessione satellitare tipo quella di Open SKY?
- Novità del 2021
- Quando nasce in Italia la possibilità di navigare in mobilità tramite le Chiavette per Internet?
- FAQ
Ad oggi abbiamo tutto “a portata di mano”. Serve un’informazione? Si consulta Wikipedia o l’Enciclopedia Treccani; si ha un po’ di tempo a disposizione e ci si vuole svagare? I social network corrono in soccorso, come Facebook, Instagram, Twitter, ecc. Tutto questo e molto altro possiamo farlo con l’avvento di Internet.
Un tuffo nel passato
Nei non troppo lontani anni ’90, il mondo dell’internet non era come lo conosciamo oggi; ad esempio, lo stesso motore di ricerca più utilizzato al mondo, ovvero Google, non era diffuso come lo è oggi. Inoltre, e questo è un punto importante, non esisteva una rete dedicata esclusivamente al traffico di internet, infatti tutto viaggiava sulla rete telefonica.
Si pensi, ad esempio, alle offerte della telefonia mobile. Inizialmente, le compagnie telefoniche puntavano sulle chiamate e sui nostalgici short message service (sms), non esistevano offerte ad hoc per navigare su internet; oggi, invece, diversi provider puntano ad offrire quanti più giga possibile per non rimanere mai a secco. È cambiata la visione di questo mondo perché tutto ad oggi può essere soddisfatto accedendo al web.
Però, questo non vuol dire che non si utilizzava internet, ma si utilizzavano ulteriori strumenti per collegarsi. Infatti, era necessario usare dei dispositivi appositi che permettevano al computer di comunicare con la rete telefonica. Stiamo parlando dei “modem”, ancora tutt’oggi sono chiamati in questo modo. Per far comprendere il loro utilizzo anche a chi non è avvezzo alla materia dell’informatica, potremmo dire che il telefono fa viaggiare la voce, il modem, invece, consente il trasporto dei dati da un dispositivo a un altro.
Dal modem 56K all’ADSL
La massima velocità consentita all’epoca era di 56K, ovvero di 56mila bit al secondo. In parole semplici, negli anni ’90, per scaricare un semplice file mp3, ovvero una canzone, si dovevano attendere ore ed ore. Se invece si aveva intenzione di scaricare un file video, ad esempio da YouTube, le tempistiche che si prospettavano erano infinite. Oggi, invece, si hanno addirittura servizi in streaming per visionare i film come Netflix oppure per ascoltare musica come Spotify.
Dopo aver spiegato e raccontato la storia dell’internet, arriviamo agli anni 2000, quando nel nostro Paese è entrata in uso l’ADSL. Infatti, questa nuova tecnologia può essere definita, sempre per farci intendere, come l’evoluzione della connessione a 56K.
Infatti, la modalità di connessione è estremamente simile: si aggancia alla rete telefonica già esistente in un’abitazione, ad esempio, e questo consente di connettersi ad internet ad una velocità notevolmente più elevata rispetto ai modem 56K. L’introduzione dell’ADSL ha testimoniato il lavoro impeccabile portato avanti dagli ingegneri perché sono stati in grado di aumentare di gran lunga la velocità di connessione senza, però, richiedere ingenti e onerosi cambiamenti infrastrutturali.
ADSL, come funziona?
Alla luce di tutto quello appena detto, capiamo nello specifico come funziona la connessione ADSL. Come già detto, per utilizzare questo tipo di connessione è necessario innanzitutto possedere una linea telefonica fissa; in questo modo si andrà a sfruttare la tecnologia DSL, ovvero quella che utilizza il doppino telefonico che funge da collegamento tra l’abitazione privata e la centrale della compagnia telefonica.
Per questo motivo non si richiede l’installazione di una nuova infrastruttura di rete per l’attivazione della connessione. Infine, il modem è il mezzo che accoglie il collegamento internet dalla centrale dell’operatore che, appunto, termina con un modem e quest’ultimo può essere incluso in un Router oppure può essere esterno.
In conclusione, possiamo dire che l’Asymmetric Digital Subscriber Line (ADSL), ovvero la linea asimmetrica di collegamento digitale, è una tecnologia di trasmissione dati che viene utilizzata per accedere alla rete Internet ad una velocità elevata.
Si parla, infatti, di una trasmissione asimmetrica perché la ricezione dei dati è ad una velocità maggiore rispetto al loro invio. Installare una linea ADSL è possibile in ogni genere di edificio, dalle aziende alle abitazioni private. L’importante è soddisfare i requisiti appena citati.
L'Agenda della legge sulla banda larga nel Governo Monti di qualche anno fa
Dopo le divergenze fra i ministri Profumo e Passera, si è giunti alla definizione di una serie di competenze relative alla cosiddetta Agenda sul digitale in Italia. Questa cabina di regia sulla legge banda larga aveva come obiettivo innanzitutto lo sviluppo di un programma strategico relativo alle infrastrutture e ai servizi tecnologici in Italia.
A quanto pare si è arrivati a una soluzione frutto di un insieme di proposte, presente già sulla bozza del decreto relativo alle semplificazioni. Il decreto legge in oggetto, contenente anche il tema della banda larga, prevedeva una sorta di soggetto capofila che si poneva come intermediario fra la Pubblica Amministrazione qualora volesse partecipare a un bando di finanziamento operato da una rete d'impresa.
Tale soggetto aveva una serie di compiti:
- Rappresentanza dell'intero gruppo di impresa, anche in vista del tipo di garanzia da prestare.
- Presentazione del progetto e delle varie modifiche in corso.
- Richiesta delle erogazioni e monitoraggio dello stato di avanzamento del progetto.
- Monitoraggio dell'intero svolgimento del programma sulla banda larga.
Di cosa stiamo parlando
La banda larga, dopo i provvedimenti presi dal Governo Monti, tornò a far parlare di sé anche nel 2015. L’attuale governo, infatti, voleva mettere in campo un piano di investimenti nel settore pubblico da 12 milioni di Euro nei prossimi 7 anni.
Questo piano di investimenti sarebbe stato finanziato da fondi europei come si poteva leggere dalle recenti pubblicazioni sul sito del Governo: "4,4 miliardi da Fondo europeo agricolo sviluppo rurale, Fondo europeo sviluppo regionale e 5 miliardi dal fondo per lo sviluppo e la coesione a cui sommare altre risorse come Fondo Juncker, Sblocca Italia, economie SPC".
Affermando che l'Italia era pronta per la sua rivoluzione digitale, l'obiettivo era quello di andare oltre l'Agenda digitale europea "portando i 100 mega all'85% della popolazione entro il 2020.
Il Consiglio dei Ministri infatti aveva approvato il piano per la banda ultralarga e la crescita digitale 2014-2020.
Entro il 2020, un italiano su due sarebbe stato raggiunto dalla fibra ottica nelle case a 100 MB e tutti avrebbero, con diverse tecnologie, banda larga fino a 30 MB.
Alcuni dei miliardi stanziati non sarebbero stati altro che uno sprono per gli operatori a investire ancora di più nelle aree in cui non avrebbero potuto farcela da soli. Il piano avrebbe inoltre previsto delle semplificazioni burocratiche e anche delle agevolazioni per gli operatori che avrebbero investito in questo settore.
Inizialmente l'obiettivo era quello di raggiungere l'85% della popolazione con la fibra ottica nelle case fino a 100 Megabit. Gli operatori, però, rendendosi conto della grandezza del lavoro da svolgere, avevano fatto in modo di opporsi e dire che per loro quell'obiettivo era troppo alto per la loro possibilità di investimento.
In questo stesso piano che l'Europa aveva deciso di finanziare, erano presenti anche:
- 750 milioni per la modernizzazione della sanità in Italia;
- 33 milioni per migliorare l'Agricoltura;
- 6 milioni per finanziare il Turismo.
Il futuro ormai puntava su un filo di fibra ottica e alla scomparsa del rame per la banda larga nelle case degli italiani.
Quando nasce la connessione satellitare tipo quella di Open SKY?
La connessione internet via satellite ha origine negli anni '90. Le prime forme di connessione via satellite erano unidirezionali, il che significava che potevano ricevere dati ma non trasmetterli. Inizialmente, venivano utilizzate principalmente per la televisione satellitare e le trasmissioni radio.
Verso la fine degli anni '90, tuttavia, le connessioni internet bidirezionali via satellite sono diventate disponibili. Queste permettevano sia la ricezione che la trasmissione di dati, il che le rendeva adatte per la connessione internet. Questo tipo di tecnologia è quella su cui si basano servizi come Open Sky.
La connessione internet via satellite ha subito molti miglioramenti nel corso degli anni. Le velocità di connessione sono aumentate e la latenza è diminuita, grazie all'avanzamento della tecnologia satellitare e all'introduzione di satelliti in orbita più bassa, noti come satelliti in orbita terrestre bassa (LEO).
Nonostante questi progressi, la connessione internet via satellite è ancora spesso utilizzata come ultimo rifugio, principalmente nelle aree rurali o remote dove altre forme di connessione internet (come DSL, cavo o fibra) non sono disponibili. Inoltre, il costo, la latenza e l'affidabilità della connessione internet via satellite possono ancora essere problematici in alcuni casi.
Novità del 2021
La Strategia per la crescita digitale 2014-2020 e la Strategia italiana per la banda ultra larga rappresentarono i due punti di riferimento fondamentali per le iniziative del nostro Paese nel settore. Tuttavia, nel corso del tempo, in riferimento alla legge sulla banda larga, alcuni ritardi si accumularono e furono effettuati alcuni interventi normativi per colmare tali lacune, accelerare lo sviluppo delle infrastrutture necessarie e semplificare a livello burocratico l'attività delle imprese coinvolte.
Da qui il Decreto Legge nº 135/2018 che introdusse semplificazioni dei procedimenti relativi al dispiegamento delle reti, poi il Decreto Legge nº 119/2018 emanato al fine di favorire lo sviluppo delle reti a banda ultra larga. Più recentemente, con il Decreto Legge nº 18/2020 e poi successivamente con quello nº 76/2020, furono fornite importanti direttive alle imprese del settore per l'operatività dei servizi e il funzionamento delle reti e, con il secondo intervento normativo, si semplificò ulteriormente il dispiegamento delle reti stesse.
A questo proposito, un esempio fu la presentazione di un'unica Scia (cioè Segnalazione Certificata di Inizio Attività) alle amministrazioni locali, da parte delle imprese coinvolte nei lavori, per lo svolgimento di molteplici interventi e infrastrutture. Un ulteriore passaggio normativo importante fu la legge di conversione del cosiddetto Decreto Semplificazioni (Legge 120/2020).
Essa, tra le altre cose, modificò parzialmente il Codice delle comunicazioni elettroniche, determinando che per l'installazione di reti per la fibra ottica non veniva applicata la disciplina edilizia e urbanistica. Inoltre, venne consentita un'attività autorizzatoria semplificata per la posa di impianti temporanei di telefonia mobile, così come per sperimentazioni da parte di enti di ricerca e università, per quanto concerne l'innovazione tecnologica e la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.
Quest'ultimo punto divenne, in generale ma soprattutto per le amministrazioni centrali e locali, di fondamentale importanza, proprio allo scopo di favorire il cosiddetto smart working, nel periodo di restrizioni alle attività di imprese ed enti e alla mobilità delle persone, a causa della pandemia da Covid-19. Comunque, ormai, la banda larga e la banda ultra larga rappresentano obiettivi fondamentali per il prossimo futuro per l'intero Paese.
Quando nasce in Italia la possibilità di navigare in mobilità tramite le Chiavette per Internet?
La possibilità di navigare in mobilità tramite le chiavette per Internet, anche chiamate "Internet Key" o "dongle", è diventata popolare in Italia nei primi anni 2000, quando le reti di telecomunicazione 3G hanno iniziato a diventare diffuse. Le chiavette USB per Internet, che potevano essere collegate direttamente a un computer portatile o a un desktop, hanno fornito un modo conveniente per accedere a Internet quando la connessione Wi-Fi non era disponibile o quando i dispositivi mobili erano meno diffusi di oggi.
Uno dei principali vantaggi delle chiavette Internet era la loro portabilità. Dato che erano di dimensioni ridotte e facili da trasportare, potevano essere utilizzate praticamente ovunque ci fosse copertura di rete. Questo ha reso le chiavette Internet particolarmente utili per chi viaggiava spesso o per chi aveva bisogno di accedere a Internet in zone dove non era disponibile una connessione fissa o Wi-Fi.
Tuttavia, con l'avvento degli smartphone e dei tablet con capacità di accesso a Internet, e con la possibilità di potenziare il Wi-Fi, l'uso delle chiavette Internet è diminuito. Molti dispositivi mobili ora possono fungere da hotspot personali, fornendo accesso a Internet a computer portatili o ad altri dispositivi. Inoltre, molte aree urbane ora offrono un'ampia copertura Wi-Fi, rendendo meno necessario l'uso di chiavette Internet per la connessione in mobilità.
FAQ
Cos'è la connessione Internet 56k?
La connessione Internet 56k è un tipo di connessione dial-up che era ampiamente utilizzata negli anni '90 e nei primi anni 2000. Il numero "56k" si riferisce alla sua velocità massima teorica di download di 56 kilobit al secondo (Kbps). Questo tipo di connessione si basa sulla rete telefonica tradizionale e richiede un modem dial-up per stabilire la connessione attraverso una linea telefonica. Sebbene fosse uno dei primi metodi di accesso a Internet per la maggior parte delle persone, era noto per la sua lentezza rispetto alle connessioni broadband moderne.
Quali erano le principali limitazioni della connessione Internet 56k?
La connessione Internet 56k aveva diverse limitazioni significative:
- Velocità limitata: Con una velocità massima di 56 Kbps, era notevolmente più lenta rispetto alle moderne connessioni broadband, rendendo il download di file di grandi dimensioni e la visualizzazione di contenuti multimediali un processo lento.
- Occupazione della linea telefonica: Quando si utilizzava una connessione 56k, la linea telefonica era occupata durante la connessione a Internet, il che significava che non era possibile effettuare o ricevere chiamate telefoniche contemporaneamente.
- Instabilità: La connessione dial-up poteva essere instabile e soggetta a interruzioni, specialmente durante le chiamate in arrivo o in uscita.
- Limitazioni multimediali: Streaming video e audio di alta qualità erano difficili da gestire con una connessione così lenta, quindi l'esperienza di utilizzo di contenuti multimediali era spesso deludente.
- Incompatibilità con le esigenze moderne: Con l'evolversi di Internet e l'aumento dei requisiti di velocità per le attività online, la connessione 56k divenne sempre meno pratica per la navigazione web avanzata, il gaming online e altri servizi.
La connessione Internet 56k è ancora disponibile oggi?
La connessione Internet 56k è diventata obsoleta nella maggior parte delle regioni del mondo. Con l'avvento delle connessioni broadband, come DSL, fibra ottica e via cavo, la connessione 56k è stata gradualmente dismessa dagli operatori di telecomunicazioni. Oggi, è difficile trovare un provider di servizi Internet che offra connessioni dial-up 56k come opzione principale. Tuttavia, in alcune aree remote o meno sviluppate, potresti ancora trovare piccoli provider locali che offrono questa opzione per coloro che non hanno accesso a tecnologie più avanzate. In generale, la stragrande maggioranza degli utenti ha adottato connessioni Internet più veloci e affidabili.
Consulta il nostro articolo dedicato al Modem Alice per arricchire ulteriormente il tuo percorso formativo.