I dati Eurostat evidenziano come i lavoratori dipendenti che lavorano in smart working sono il 5,5% degli occupati e che i paesi più “virtuosi” sono la Finlandia, i Paesi Bassi e il Lussemburgo, dove la percentuale dei lavoratori flessibili oscilla tra il 10% i 14% della popolazione occupata, vale a dire il doppio della media europea, mentre l’Italia – pur essendo dotata degli strumenti normativi adeguati – rileva una percentuale del 3,6% di lavoratori in “smart working”, ben sotto la media europea. I paesi europei che applicano con maggior successo la modalità di lavoro a distanza o agile hanno anche applicato normative interessanti da sviluppare come buone pratiche anche altrove. La Finlandia, per esempio, offre a tutti i lavoratori la possibilità di svolgere almeno il 50% del lavoro in modalità “smart working” gestendo autonomamente il tempo e l’orario di lavoro. La Gran Bretagna è stato il primo paese europeo a introdurre una legge specifica nel 2014, la Flexible Working Regulation, la quale prevede per i lavoratori che hanno un’ “anzianità” di servizio pari o superiore a 26 settimane il diritto di richiedere forme flessibili di esecuzione del lavoro. Il datore di lavoro può rifiutare la richiesta solo in presenza di fondate motivazioni. La flessibilità può riguardare l’adozione del job sharing, del part time, dello smart working, o l’opzione di applicare la settimana compressa o orari individuali flessibili. Sul modello britannico si è adeguata la normativa dei Paesi Bassi con il Flexible Working Act del 2016. La Francia ha adottato una serie di decreti culminati nella riforma unica della Loi du Travail del 31 agosto 2017. L’adozione del telelavoro non comporta più modifiche del contratto di lavoro, ma prevede un semplice accordo verbale o scritto tra datore e dipendente, vengono garantite le tutele previdenziali e introduce il concetto di diritto alla disconnessione. La Germania, infine, ha elaborato sul modello del piano nazionale Industrie 4.0, il documento Arbeiten 4.0 (Lavoro 4.0) in cui si consiglia l’adozione di modelli di lavoro flessibili integrati alla trasformazione digitale del mercato del lavoro.
Come vi abbiamo già accennato in precedenza, gestire lo smart working può rivelarsi un'impresa molto difficile, le tentazioni sono dietro l'angolo e basta un piccolo pisolino per dimenticarsi di tutto il lavoro che ci aspetta sullo schermo. A questo punto la cosa più vantaggiosa da fare è crearsi un orario delle attività da seguire, in ordine di importanza e tempo. Così facendo saremo costretti a seguire una precisa tabella di marcia, e non potremo rimanere indietro neanche un minuto. Un altro accorgimento riguarda i social network, ai quali siamo costantemente collegati h24. Quando iniziate il vostro turno di lavoro disattivate completamente le notifiche di ogni applicazione, e mettete anche il cellulare in modalità silenziosa.
Qualsiasi tweet o post di facebook vi arrivi, avrete tutto il tempo per vederlo appena avrete concluso la vostra attività, adesso non bisogna perdere la concentrazione. E' altresì molto importante sapersi regolare e rendere conto di quando il proprio corpo necessita una piccola pausa; vi sconsigliamo di operare il lavoro in smart working in maniera continuata senza alcun break, oltre ad essere controproducente e anche molto dannoso per la salute. Nei minuti di intervallo che avete a disposizione potete idratarvi, fare uno spuntino, o semplicemente sgranchirvi un po' le gambe. Ricordate di non passare mai più di due ore di seguito seduti, altrimenti a fine giornata avrete dolori in tutto il corpo. Per gli occhi vi consigliamo invece gli occhiali filtranti della luce blu, capaci di proteggere la vostra vista da tutte le luci dannose emesse dallo schermo del computer.
A causa della pandemia provocata dal COVID-19 c'è stato un grosso cambiamento di abitudini della popolazione dovuto all' aumento dello smart working e della didattica distanza. Queste due nuove pratiche hanno fatto in modo che tablet e computer siano strumenti ancor più necessari per gli italiani.
Quindi, il Governo, per pareggiare la situazione digitale in Italia ha stanziato una serie di fondi per sostenere sia le imprese che le famiglie nell'acquisto di questi dispositivi e per attivare una connessione più veloce: il Bonus Pc.
Il Bonus PC, gestito dal MISE, è un contributo che prevede sino a 500 euro per comprare servizi internet e dispositivi elettronici ed è diretto alle famiglie meno abbienti. Inoltre, è previsto anche un contributo diretto alla digitalizzazione delle imprese con diversi importi.
Il contributo, sotto forma di rimborso, verrà erogato mediante un sistema di voucher. Diversamente da quanto sembrava in principio non si tratterà di buoni da dare al negoziante dietro l’acquisto del dispositivo scelto ma ci si dovrà rivolgere ad un operatore telefonico accreditato su Infratel Italia, la società del MISE che si occupa di gestire l’incentivo.
Il Bonus computer verrà attribuito sino ad esaurimento, quindi, si aggiudicherà il bonus chi lo richiederà per primo.
Chi si può intendere come beneficiario del bonus PC? Il Bonus Pc potrà essere richiesto dalle famiglie e dalle aziende con modalità e valori diverse.
Per quanto concerne il Bonus Pc per le famiglie, esso prevede un contributo che ammonta ad un massimo di 500 euro e potrà essere richiesto dalle famiglie con questi parametri:
La prima categoria avrà la precedenza rispetto alle seconde nella fase in cui verranno erogati i contributi.
Per avere accesso al Bonus Pc le famiglie non devono possedere connessioni ad Internet o queste devono essere inferiori dei 30 Mbps.
Si può avere un solo contributo per ogni famiglia presente nella stessa unità abitativa e non si può usufruire del Bonus Pc solamente per l’acquisto del dispositivo senza attivare un servizio di connettività.
Il bonus Pc, oltre ai nuclei familiari si occuperà anche della digitalizzazione delle imprese stanziando degli importi che vanno da 500 euro sino a 2.000 euro e che sarà strutturato in tal modo:
Le famiglie, per ottenere i contributi previsti dal Bonus Pc, si dovranno rivolgere, come detto, ad un operatore telefonico per valutare quali sono le proposte e fare la relativa richiesta per i servizi di proprio interesse.
In seguito, sarà lo stesso operatore ad applicare il giusto sconto sul costo di attivazione oppure sul canone e a fornire il Router necessario per navigare e, infine, il dispositivo scelto dal cliente.
Diversamente dagli altri bonus che ha previsto il governo, nel caso del bonus Pc, chi lo richiede non dovrei farlo mediante lo SPID ma si dovrà rivolgere al provider del servizio con un'autocertificazione del proprio ISEE.
La prima fase che è dedicata alle famiglie che hanno un ISEE più basso di 20.000 euro è partita lo scorso lunedì 9 novembre 2020.
Invece per quanto riguarda la seconda fase destinata alle imprese ed è i nuclei familiari con l’ISEE pari a 50.000 euro, il Bonus Pc sarà rilasciato entro il mese di febbraio del prossimo anno.
Per quanto riguarda i contributi, a disposizione delle imprese ci sono ben 515,8 milioni con cifre sino a 2.000 euro se si sottoscrive o si richiede l'avanzamento di contratto.
Per quanto riguarda le famiglie, dopo una lunga discussione che riguardava il tetto dei 50.000 euro, in ultima istanza si è deciso che rimanesse tale solamente nei primi tre mesi, con la riserva di eliminare totalmente il limite qualora la misura non funzioni.
I bonus erogati dallo stato, prevedono dei requisiti specifici e sono mirati al consumo di beni scelti in base alle esigenze comuni degli italiani. Tra questi c’è il bonus tecnologia 2020/2021, il cui scopo è quello di aiutare i cittadini e invogliarli all’acquisto di computer, tablet o altri dispositivi elettronici, che potrebbero aiutarli nel lavoro o nella vita di tutti i giorni (anche in caso di Smart Working).
L’obiettivo di questo bonus è anche quello di aiutare le case produttrici di questi dispositivi nella vendita di questi dispositivi, che in assenza del bonus tecnologia 2020, sarebbero rimasti sugli scaffali dei loro negozi.
Oltre a quelli elencati, tra gli obiettivi delineati da questo bonus tecnologia vi rientra anche una maggiore diffusione della banda larga nel nostro Paese ed in particolare nelle regioni del Meridione, aree in cui il livello di connessione digitale risulta ancora relativamente basso. Da qui una spinta da parte del Governo a favorire, da un lato, l'acquisto di computer o dispositivi elettronici per diverse famiglie, e, dall'altro, la stipula per queste ultime di contratti vantaggiosi con le principali societá di telefonia per ottenere una connessione internet veloce.
Ricordiamo, inoltre, che l'Unione Europea ha tra i suoi obiettivi di medio e lungo periodo una maggiore e più capillare diffusione delle tecnologie informatiche e digitali nei suoi Paesi membri, al fine di ridurre le lacune di molte famiglie europee per quanto riguarda le conoscenze digitali appunto. Questo per ottenere essenzialmente due scopi finali: migliorare le competenze dei singoli cittadini per favorirne l'occupazione, ma anche per accrescere la competitivitá generale dell'Europa in confronto alle sfide offerte da altri Paesi e sistemi economici, quali Usa e Cina.
Tornando al bonus tecnologia, esso, come vedremo, non è disponibile per tutti, ma soltanto per nuclei familiari svantaggiati economicamente e quindi con redditi relativamente bassi e per quei soggetti che, a casa o a lavoro, presentino connessioni limitate. La somma complessiva erogata potrá essere utilizzata sia per acquistare un dispositivo elettronico in qualsiasi negozio o rivendita di elettrodomestici e sia per stipulare contratti con societá di telefonia, per l'uso di una linea internet per casa o ufficio.
Ovviamente, perché si possa beneficiare di questo incentivo è necessario rientrare in determinati parametri decisi dallo stato, andiamo a vedere quali sono.
Come vi accennavamo nel paragrafo precedente prima di richiedere il Bonus Tecnologia 2020 è necessario verificare di rispettare a pieno i requisiti che ne consentono l’erogazione. Vediamo quali sono:
Se rientrate rispettate tutti i requisiti sopracitati, allora potrete richiedere il bonus tecnologia 2020.
Al contrario le persone che rientrano nei parametri che andremo a descrivere nelle prossime righe, non potranno beneficiare del bonus e quindi non potranno richiederlo:
Se le vostre attuali condizioni economiche sono quelle descritte qui sopra non potrete richiedere il bonus tecnologia 2020, in quanto non disponete dei requisiti minimi necessari per beneficiarne.
L’importo che riceverete dopo aver effettuato la richiesta del bonus tecnologia 2020/2021 ha un valore massimo di 500€. Questo incentivo viene erogato sottoforma di sconto quando si decide di acquistare un dispositivo appartenente alla categoria “Tecnologia” che potrà essere un PC, un tablet e così via, insomma, un dispositivo che possa usufruire della connessione internet che avete a disposizione. Lo sconto in questione sarà applicato direttamente sul costo in negozio del bene che decidete di comprare e come vi abbiamo già spiegato, avrà un valore massimo di 500€.
Questo vuol dire che potete dilazionare il bonus su più acquisti, finché non raggiungerete il valore massimo, messo a disposizione. Nel momento in cui arriverete alla soglia, tornerete ad acquistare i vostri dispositivi tecnologici al costo di mercato.
Per richiedere il bonus tecnologia 2020/2021, dovrete fare richiesta ad un apposito operatore, il quale avrà il compito di verificare il vostro indicatore ISEE e la vostra attuale connessione. Se questo ente, detto certificante, reputerà i vostri requisiti idonei alla richiesta del bonus, potrete beneficiare dell’incentivo in questione per i prossimi acquisti, fino al raggiungimento della soglia di 500€.
Per quanto riguarda le societá di telefonia, i singoli operatori hanno predisposto offerte specifiche per ottemperare al bonus tecnologia e favorire la sottoscrizione di contratti per nuove o migliori linee internet a banda larga. Tra le compagnie, figurano la Tim e la WindTre, che offrono promozioni particolari a chi sceglierá i loro servizi. Considerato il successo riscontrato da questa iniziativa, si prevede che essa possa continuare anche in futuro, sia pure sotto forma di altri incentivi o promozioni.
Il bonus tecnologia è stato erogato anche per l’anno 2022, come aiuto governativo per tutte quelle fasce che gravano in condizioni svantaggiate. Il bonus tecnologia può essere esercitato in diversi fattori: mobilità, tv e decoder, case e appartamenti ed elettrodomestici. Per quanto riguarda la mobilità, il bonus si focalizza sulla mobilità sostenibile. Il governo italiano ha infatti ideato diversi sussidi pensati appositamente per supportare i cittadini durante l’acquisto di veicoli che possano essere definiti come tecnologicamente all’avanguardia. La finalità di questo bonus è rendere le moto e le auto più green possibile, specie per diminuire i livelli di inquinamento centrando gli scopi fissati in Europa in linea con gli obiettivi dell’agenda 2030. Il bonus tecnologia 2022 si estende anche per gli appartamenti a cui si vuole dare un profilo più green: tanti sono agevolazioni finalizzate alle ristrutturazioni in ambito tecnologico e agli appartamenti. Esistono infatti diversi incentivi fiscali, che si muovono dal 50 fino al 110 %, per azioni di aggiornamenti in ambito tecnologico di tanti edifici. La finalità è ottimizzare la distribuzione impropria di fonti energetiche e calore. Da menzionare sono: il bonus verde, il superbonus 110%, il bonus ristrutturazione, il sismabonus e il bonus facciate. Oltre alle abitazioni però, anche gli elettrodomestici vengono coinvolti: l’acquisto di nuove televisioni e decoder è previsto. In tutto il territorio italiani sta infatti entrando in attività la nuovissima tv digitale, ovvero una modalità innovativa della trasmissione dei canali. Purtroppo diversi apparecchi non sono adeguati alla lettura del nuovo sistema di trasmissione, motivo per cui il bonus è stato istituito con l’obiettivo di consentire a tutti i cittadini una fruizione di ultima generazione. Gli incentivi per questo ambito sono finalizzati al decoder per famiglie il cui isee è fino ai 20mila euro e il bonus rottamazione tv, accessibile per tutti. Infine il bonus si estende agli elettrodomestici: il bonus consiste in una sottrazione economica sui 730 del 50% del totale delle spese affrontate.
Lo smart working, noto anche come lavoro flessibile o telelavoro, è una modalità di lavoro che permette ai dipendenti di svolgere le proprie mansioni al di fuori dell'ufficio tradizionale, solitamente da casa, utilizzando tecnologie digitali per rimanere connessi con colleghi e superiori. Lo smart working offre una maggiore flessibilità in termini di orari e luogo di lavoro, e può aiutare a bilanciare meglio le esigenze professionali e personali.
Gli strumenti tecnologici sono fondamentali per lo smart working. Un computer portatile o desktop, un accesso stabile a Internet, e un posto tranquillo per lavorare sono essenziali. Altre importanti risorse tecnologiche possono includere software di videoconferenza come Zoom o Microsoft Teams, strumenti di collaborazione online come Google Drive o Microsoft 365, e sistemi di gestione del lavoro o dei progetti come Trello o Asana.
Lo smart working richiede una serie di competenze tra cui l'auto-organizzazione, la gestione del tempo, la capacità di lavorare in modo autonomo e la disciplina. La conoscenza delle tecnologie digitali è altresì essenziale, così come le competenze di comunicazione efficace, dato che molte interazioni avvengono tramite email, chat o videochiamate. È importante anche essere in grado di stabilire dei confini tra la vita lavorativa e quella personale, per mantenere un equilibrio sano.
Creare un ambiente di lavoro adeguato è fondamentale per lo smart working. Se possibile, dedica una stanza o un'area della tua casa al lavoro, in modo da separare fisicamente lo spazio lavorativo da quello di relax. Assicurati che lo spazio sia ben illuminato, confortevole e silenzioso. Un buon tavolo, una sedia ergonomica e un computer con accesso a Internet sono fondamentali. Se possibile, potrebbe essere utile anche avere una webcam e un microfono di buona qualità per le videoconferenze.
Mantenere una comunicazione efficace è fondamentale quando si lavora in modalità smart working. Utilizza strumenti di comunicazione digitale come email, chat, videoconferenze per rimanere in contatto con i tuoi colleghi. Partecipa attivamente alle riunioni virtuali, condividi regolarmente aggiornamenti sul tuo lavoro e fai domande quando necessario. Ricorda anche di rispettare le "regole di etichetta" della comunicazione digitale, ad esempio rispondendo in modo tempestivo ai messaggi e mantenendo un tono professionale.
Dal 2011 Direttore Responsabile e Amministratore unico di ElaMedia Group SRLS. Mi dedico prevalentemente all'analisi dei siti web e alla loro ottimizzazione SEO, con particolare attenzione allo studio della semantica e al loro posizionamento organico sui motori di ricerca. Sono il principale curatore dei contenuti di questo Blog Redazione di ElaMedia.